Obesità

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L’OBESITA’

Scopri i consigli sull’educazione alimentare della nostra Nutrizionista, la Dott.essa Annachiara Pastore

L’obesità è la patologia da malnutrizione più frequente nei Paesi industrializzati e, ormai, anche in molti paesi in via di sviluppo. Questo problema medico ha grande rilevanza sociale e impone interventi sempre più specifici nel campo della prevenzione e della educazione alimentare : è infatti, la corretta alimentazione, oltre che gli interventi sullo stile di vita, uno dei presidi terapeutici più importanti nella prevenzione e nella cura dell’obesità. Nel Mondo, oltre il 50% della popolazione adulta della civiltà industrializzata è obesa e si parla di “epidemia globale”. In Italia il 21% dei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso.

Per obesità si intende generalmente un eccessivo accumulo di grasso corporeo che si verifica quando l’introito calorico supera il dispendio energetico. Il grado di obesità viene comunemente definito dall’Indice di Massa Corporea (BMI).

In base al risultato ottenuto, ciascun paziente può essere posizionato in uno dei seguenti stati nutrizionali: l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e le linee guida definiscono le diverse classi di BMI in rapporto al rischio di complicanze. La distribuzione dell’adipe viene definita principalmente dalla misura della circonferenza vita. Tali misurazioni consentono di definire l’obesità androide o viscerale (aumentato grasso addominale) e l’obesità ginoide o periferica (aumentato grasso su fianchi e cosce).

  • OBESITÀ ANDROIDE: i lipidi si accumulano nella parte superiore del corpo. Tali soggetti sono più facilmente soggetti a diabete, ipertensione, aterosclerosi e malattie cardiovascolari.
  • OBESITA’ GINOIDE: i lipidi si accumulano nella parte inferiore del corpo. questi soggetti sono predisposti a vene varicose, artrosi.

La presenza di patologie associate o complicanze dell’obesità (insulino-resistenza, iperinsulinemia, diabete 2 , dislipidemia, iperuricemia, colelitiasi, ipertensione, malattie cardiovascolari, anche associate tra loro nella Sindrome Metabolica e l’insufficienza cardiorespiratoria dovuta all’eccesso di peso) e il grado di obesità rendono il quadro clinico variabile da soggetto a soggetto.

L’obesità comporta inoltre alterazioni endocrine: il tessuto adiposo è in grado di convertire gli androgeni in estrogeni in periferia e le alterazioni ormonali indotte dall’obesità possono causare patologie, specie dell’apparato genitale femminile. Altre patologie correlate con l’obesità sono l’osteoartrosi, l’ernia iatale con reflusso gastroesofageo, la patologia venosa degli arti inferiori, l’aumentato rischio trombotico. Conseguenze importanti dell’obesità sono la possibilità di morte improvvisa nei soggetti con BMI > 40 e la difficoltà nelle relazioni sociali con relative sequele psicopatologiche.

SOLUZIONI:

  • «Counseling» e terapia comportamentale e cognitivo- comportamentale: quest’approccio aiuta i pazienti a scegliere uno stile di vita migliore ed apprendere nuove strategie comportamentali, senza più considerare come scopo primario la perdita di peso.
  • Restrizione calorica: la restrizione calorica, sempre equilibrata, può essere da moderata a severa, dipendendo dai rischi di salute dei pazienti.
  • Attività fisica: una regolare, moderata attività fisica produce un calo ponderale limitato, da 2,5 a 3,5 kg, per un lungo periodo. Tuttavia, è dimostrato che un’attività fisica regolare associata a controllo alimentare consente di mantenere il peso perduto rispetto alla sola dieta; essa inoltre produce un aumento della spesa energetica, minimizza la perdita di massa magra, riduce il rischio cardiovascolare migliorando il profilo lipidico, ha effetti psicologici positivi, riduce la resistenza insulinica, migliora i parametri metabolici (normalizzazione di lipemia, glicemia e insulinemia) anche quando il paziente rimane in sovrappeso.

Gli obiettivi generali di una terapia dietetica sono:

✓ Prevenzione di ulteriori aumenti di peso

✓ Riduzione del peso corporeo

✓ Mantenimento a lungo termine del calo ponderale

L’obiettivo primario, quindi, è quello di prevenire ulteriori incrementi ponderali, che aumentano anche il rischio di malattie.

CONCLUSIONE

L’obesità è ormai riconosciuta come malattia cronica: non può, quindi, essere trattata con metodi tipici di patologie acute quali farmaci, ma occorrerà adottare strategie in grado di modificare in modo stabile lo stile di vita complessivo. L’obeso è quotidianamente di fronte a scelte che possono compromettere il suo stato di salute, dovrà quindi essere profondamente coinvolto nel processo terapeutico, non limitarsi ad eseguire prescrizioni imposte che non potrebbero essere seguite a lungo, ma diventare protagonista delle scelte di cambiamento.

Ippocrate scrisse:

«La corpulenza non è solo una malattia in sé, ma il presagio di altre»

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